Il pieno Rinascimento invece fu essenzialmente romano, grazie all'opera di Bramante, Raffaello Sanzio e Michelangelo Buonarroti. Raffaello aveva solo venticinque anni quando il papa lo convocò per affrescare le sue stanze. A Piero della Francesca si rifaceva la prima opera inequivocabilmente rinascimentale, le otto tavolette delle Storie di san Bernardino, in cui lavorò il giovane Pietro Perugino, artista formatosi nella bottega del Verrocchio a Firenze e interessato alle ultime novità dalle Fiandre, in particolare l'opera di Hans Memling. Fu soprattutto nel secolo successivo, con Jacopo Sansovino, che la città si dotò di un nuovo volto rinascimentale, creando un avveniristico (per l'epoca) progetto urbanistico nella riqualificazione di piazza San Marco. A Firenze dopo il ritorno di Cosimo de' Medici in città nel 1434, si instaurò di fatto una signoria. In pittura il confine fra gotico e Rinascimento scivolò sempre su una sottile linea, senza una frattura netta come a Firenze. Ai primi del secolo Filippo Brunelleschi mise a punto un metodo matematico-geometrico e misurabile per comporre lo spazio illusorio secondo la prospettiva lineare centrica, partendo dalle nozioni dell'ottica medievale e immaginando un nuovo concetto di spazio: infinito, continuo, preesistente alle figure che lo occupano. Da un lato per "il Magnifico" l'arte ebbe un'altrettanto importante funzione pubblica, ma rivolta piuttosto agli Stati esteri, quale ambasciatrice del prestigio culturale di Firenze, presentata come una "novella Atene"; dall'altro lato Lorenzo, con il suo colto e raffinato mecenatismo, impostò un gusto per oggetti ricchi di significati filosofici, stabilendo spesso un confronto, intenso e quotidiano, con gli artisti della sua cerchia, visti quali sommi creatori di bellezza[15]. In esso la riscoperta dell'arte classica, soprattutto filtrata attraverso la scultura, è accompagnata da una certa continuità formale con l'arte gotica. Opere visibili in Lombardia 238-242. Il rinascimento a Firenze. Se scrutate il dipinto con attenzione ne troverete parecchi: piccoli racconti nel racconto. Tra questi nuovi fulcri di irradiazione della prima ora spiccarono, per intensità, originalità di contributi e raggio di influenza, Padova e Urbino. L'epoca di Clemente VII fu più che mai splendida, con la presenza in città di inquieti maestri come Cellini, Rosso Fiorentino, Parmigianino. Rubrica un raffronta tra opere arte di diversi autori sullo stesso tema per arricchimento artistico culturale. In Puglia lavorarono anche Giorgio da Sebenico e il fiorentino Giovanni Cocari nel cantiere della chiesa di Santa Maria alle Isole Tremiti. Un abbraccio e buona giornata! Ad esempio, l’azzurro è simbolo di spiritualità, contemplazione, vicinanza al divino. Per esempio in alcune opere di Paolo Uccello, come il San Giorgio e il drago (1456), lo spazio è composto secondo le regole della prospettiva; tuttavia, i personaggi non sono disposti in profondità, ma semplicemente accostati e privi di ombre, come l'eterea principessa; diversamente nella Crocefissione di San Pietro (1426) di Masaccio tutti gli elementi sono commisurati alla prospettiva, che determina le dimensioni di ciascuno. Sotto Paolo III le inquietudini e le incertezze nate dalla situazione contemporanea ebbero una straordinaria trasfigurazione nel Giudizio Universale di Michelangelo, dove prevale un senso di smarrimento, di caos, di instabilità e d'angosciosa incertezza, come davanti a una catastrofe immane e soverchiante, che provoca disagio ancora oggi e tanto più dovette provocarlo agli occhi scioccati dei contemporanei[26]. L'artista medievale era responsabile solo dell'esecuzione dell'opera poiché gli erano dati i contenuti e i temi dell'immagine da una autorità superiore o da una tradizione consacrata, invece nel Rinascimento l'artista deve trovarli e definirli, determinando così autonomamente l'orientamento ideologico e culturale del proprio lavoro. A parte Bartolomeo Bellano, furono soprattutto i pittori a cogliere la lezione di Donatello, con la bottega di Francesco Squarcione che divenne la fucina di numerosi maestri della futura generazione, in maniera diretta o indiretta. Molti furono i grandi incisori d'oltralpe presenti a Venezia che oltre a proporre le proprie opere si ingegnarono a copiare quelle altrui, sia per fini di studio che di commercio ñ all'epoca non esisteva ancora il copywrite - e non per niente Tiziano scelse l'olandese Cornelis Cort per pubblicizzare i suoi dipinti. Roma e Urbino: due corti rinascimentali a confronto. Differenza tra morale e valori. Spazio reale e spazio dipinto appaiono infatti legati illusionisticamente, grazie anche all'uso di una luce analoga a quella reale della stanza, coinvolgendo straordinariamente lo spettatore, con un procedimento analogo a quanto sperimentava in quegli anni Bramante in architettura[35]. La prima volta in un quadretto di 68 cm. Nel campo militare dal 1510 Carlo V promosse la costruzione del Fortino del Pescara presso la foce del fiume Aterno-Pescara (dove oggi sorge la moderna città), fortezza all'avanguardia per respingere meglio gli attacchi degli Ottomani sulla costa. Anche questa è un’opera iconica del Rinascimento, anche per il suo significato: il piccolo che sfida il grande, la repubblica che sfida la tirannia. Tramite lo spostamento degli artisti locali si diffuse gradualmente nelle altre corti italiane, prima in maniera sporadica, occasionale e generalmente con un seguito limitato tra gli artisti locali, poi, a partire dalla metà del secolo, con un impatto più prorompente, soprattutto da quando altri centri, fecondati dal soggiorno di eminenti personalità, iniziarono ad essere a loro volta luoghi di irradiazione culturale. Questi temi erano comunque patrimonio di una élite ristretta, che godeva di un'educazione pensata per un futuro nelle cariche pubbliche. L'arte si distaccò dalla vita reale, pubblica e civile, focalizzandosi su ideali di evasione dall'esistenza quotidiana[15]. Una raffigurava il Battistero di Firenze visto dal portale centrale di Santa Maria del Fiore ed aveva un cielo ricoperto da carta argentata, in modo che riflettesse la vera luce atmosferica. Si pensi anche al santuario di Loreto, il cui lungo cantiere attrasse per decenni scultori, architetti e pittori[29] quali Bramante, Andrea Sansovino, Melozzo da Forlì e Luca Signorelli. La decorazione della cappella Sistina, in quegli anni, fu il suggello della predominanza artistica fiorentina, ma altre scuole ormai registravano consensi fondamentali, quali Venezia e l'Umbria. I Portinari discendevano infatti dal famoso Folco, padre della Beatrice amata da … Sicuramente è una delle opere più iconiche del Rinascimento e uno dei capolavori dell’arte mondiale. Nei palazzi rinascimentali non lavoravano soltanto pittori, scultori e poeti, ma anche orafi, falegnami, decoratori. A confronto delle coeve opere del Botticelli è esposto qui anche il monumentale Trittico Portinari di Hugo van der Goes, 1476-78, giunto a Firenze nel 1483 da Bruges per essere collocato sull’altare della chiesa di sant’Egidio in Santa Maria Nuova. Qui Federico chiamò anche artisti stranieri (Pedro Berruguete e Giusto di Gand) e fece sviluppare l'arte della tarsia indipendentemente dalla pittura, legandola alla rappresentazione virtuosistica di nature morte a trompe l'oeil e paesaggi prospettici. Gli altri centri di una certa importanza furono Forlì, dove l'esempio di Piero e degli urbinati fu stimolo fecondo per Melozzo e le sue visioni da sott'in su, le prime in Italia, nonché per Marco Palmezzano; e Cesena ove con la corte dei Malatesta, e nel particolare di Malatesta Novello, fu eretta la Biblioteca Malatestiana ad opera dell'architetto Matteo Nuti (con l'influsso del magistero di Leon Battista Alberti) e dello scultore Agostino di Duccio, e successivamente di Cesare Borgia, che portò in città Leonardo Da Vinci. PER APPROFONDIRE LA STORIA DI SANDRO BOTTICELLI LEGGI ANCHE QUEST’ARTICOLO. Ai piedi di Palazzo Vecchio, in piazza della Signoria è invece possibile ammirare una copia dell’opera. Accanto questi grandi maestri operarono poi con successo una serie di figure di mediazione, artisti di grande valore che seppero smussare le punte più estreme del nuovo linguaggio adattandole al contesto sociale in cui lavorano: nella prima ora, si registrarono Lorenzo Ghiberti in scultura, Masolino da Panicale in pittura, e Michelozzo in architettura. I nuovi artisti non potevano sfuggire dal confronto con le opere lasciate in città dai sommi maestri della generazione, precedente, traendone spunto e magari tentando una sintesi tra gli stili di Leonardo, Michelangelo e Raffaello. Facebook. rinascimentali a occuparsi di prospettiva e di proporzioni, due concetti-chiave della cultura artistica antica. Giornalista, consulente di comunicazione e scrittore. Differenza tra MPhil e PhD. Milano invece fu interessata dalla cultura rinascimentale solo dall'epoca di Francesco Sforza, in cui l'arrivo di Filarete e la costruzione e decorazione della cappella Portinari portò le novità fiorentine aggiornate alla cultura locale, amante dello sfarzo e della decorazione. Le sue opere più celebri si trovano a Rimini e Mantova; ma Alberti disegnò molti edifici anche per la città di Firenze: suo è Palazzo Rucellai, con la tipica facciata scandita da lesene a ordini classici e sormontata da un ricco cornicione. 196 e ss. I ferraresi ebbero un'influenza fondamentale anche nella vicina Bologna, dove vennero ammirati dagli artisti locali come Niccolò dell'Arca, che proprio all'esempio di essi deve l'esplosione di violento sentimento del celebre Compianto sul Cristo morto. Cosìle vittime passarono a tre. 28 Marzo 2013. È considerata una delle opere più importanti di sempre per almeno tre motivi: per l’enigmatico sorriso della Monna Lisa; per la posa di tre quarti assolutamente originale per l’epoca, che conferisce dinamicità alla composizione; per la cura del paesaggio sullo sfondo, reso con pennellate delicate e attente. Pierluigi De Vecchi, La Cappella Sistina, Rizzoli, Milano 1999, pag. Twitter. La flagellazione di Cristo poi conserva un enigma che ancora non è stato chiarito: chi sono i tre personaggi in primo piano? La riqualificazione della Strada Nuova richiese anche un'abbondante produzione di affreschi, a cui lavorarono l'assistente di Raffaello Perin del Vaga e Luca Cambiaso[48]. La scultura del Rinascimento dà inizio con Donatello e Brunelleschi ad una nuova era: un confronto tra i due crocifissi di Firenze. Napoli ne fu probabilmente l'epicentro in un arco vastissimo e disomogeneo, che comprendeva anche la Provenza, Palermo e Valencia. Fu invece un italiano a rubare il dipinto nel 1911. Presso il teramano si sviluppò al livello architettonico una tecnica unica di realizzazione delle torri campanarie. In ogni caso si registrò spesso una prima fase di assorbimento passivo, generante solo in un secondo momento una partecipazione attiva alle novità. Più successo, in termini di duratura influenza, ebbero Donatello a Padova (che influenzò soprattutto, per assurdo, la scuola pittorica locale) e Piero della Francesca (allievo di Domenico Veneziano) a Urbino. All'inizio del Quattrocento zone come il Piemonte e la Liguria vennero interessate dalla cosiddetta "congiuntura Nord-Sud", una corrente in cui gli elementi fiamminghi e mediterranei si fondevano insieme, favoriti dai commerci e dalle relazioni politiche. Tra il 1440 e il 1465 a Firenze prese piede un indirizzo artistico che venne poi definito "pittura di luce". Di sicuro si sa che l’opera è stata realizzata nell’ambiente della corte urbinate di Federico da Montefeltro, frequentata da artisti come Piero della Francesca o Francesco di Giorgio Martini. A confronto delle coeve opere del Botticelli è esposto qui anche il monumentale Trittico Portinari di Hugo van der Goes, 1476-78, giunto a Firenze nel 1483 da Bruges per essere collocato sull’altare della chiesa di sant’Egidio in Santa Maria Nuova. Le figure plastiche e isolate, in un equilibrio perfetto con lo spazio misurabile e immobile, lasciavano ormai spazio a giochi continui di forme in movimento, con maggiore tensione e intensità espressiva[14]. "La Gioconda" – commons.wikimedia.org Leonardo da Vinci rappresenta come nessuno la figura di "uomo del Rinascimento"sebbene già ai suoi tempi fu riconosciuto soprattutto come il grande pittore che era. La scultura fu realizzata nel 1637, anno in cui fu costruito anche il monumento Monsolino. Specialmente nel Salento si verifica questo elemento, prima dell'esplosione artistica del barocco leccese; si assisterà dal passaggio della plasticità scultorea di Ferrando e Gabriele Riccardi, attivo nella basilica di Santa Croce a Lecce alla trasformazione nella nuova forma barocca pugliese. Chi non seppe rinnovarsi fu allontanato dai grandi centri, accontentandosi forzatamente di un'attività nei meno esigenti centri di provincia[10]. Inoltre si deve ricordare che la Cittadella di Ancona e le rocche del Montefeltro sono tra le più importanti opere di architettura militare del Rinascimento, dovute rispettivamente ad Antonio da Sangallo il giovane e a Francesco di Giorgio Martini[30]. Un diverso grado di luminosità era, anche nell'arte medievale, uno dei metodi per indicare la posizione di un corpo o una superficie nello spazio. Armonia ed equilibrio, caratteri indispensabili della bellezza rinascimentali, sono, spesso, conseguiti attraverso l’adozione della classica sezione aurea. E una delle sue opere più famose ha il suo nome, Il Giogondao il Mona Lisa, come anche questa signora dall'aspetto enigmatico. Contemporaneamente con la decorazione della Camera Picta nel Castello di San Giorgio, Andrea Mantegna diresse i suoi studi verso una prospettiva dagli esiti illusionistici. Questa tavoletta andava guardata attraverso uno specchio, mettendo un occhio su un foro sul retro della tavoletta stessa. Questa "rinascita", non nuova nel mondo medievale, ebbe però, a differenza dei casi precedenti, una diffusione ed una continuità straordinariamente ampia, oltre al fatto che per la prima volta venne formulato il concetto di "frattura" tra mondo moderno e antichità dovuta all'interruzione rappresentata dai "secoli bui", chiamati poi età di mezzo o Medioevo. Confronto tra Orlando furioso e Gerusalemme liberata. Quali sono i modelli di riferimento per gli scultori rinascimentali? Numerose furono le imprese avviate in quegli anni, dal Duomo di Milano alla Certosa di Pavia, il Duomo di Pavia, dalla piazza di Vigevano al castello di Pavia. A lui risalgono idee come quella dell'armonizzazione di copia e varietas, intese come la profusione e la diversità dei soggetti. Per ovvie ragioni, la Toscana al di fuori di Firenze fu interessata dal continui scambi col capoluogo, con gli artisti locali che andavano a formarsi nel centro principali e i committenti di provincia che si rivolgevano alle botteghe fiorentine per le loro opere. [3], Gentile da Fabriano, Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti. Presso la Marsica, a confine con l'hinterland aquilano nell'Altopiano delle Rocche, si sono conservati solo gli affreschi cinquecenteschi dell'Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli. De Vecchi-Cerchiari, cit., pagg. Le difficoltà della ricerca storico-artistica nel territorio reggino sono accentuate dalle vicissitudini subite dalle opere, da smontaggi e spostamenti, ricostruibili … PER APPROFONDIRE LA STORIA DI LEONARDO DA VINCI LEGGI ANCHE QUEST’ARTICOLO. La prospettiva è uno dei sistemi per rappresentare su una superficie uno spazio tridimensionale e la posizione reciproca degli oggetti in esso contenuti. Il ritorno dei Medici, nel 1512, fu sostanzialmente indolore. A Palazzo Altemps in mostra le opere di Medardo Rosso – Nelle sale rinascimentali di Palazzo Altemps una mostra che mette in relazione l’antico con il concetto di copia: per la prima volta una monografica dedicata a Medardo Rosso, un artista moderno, internazionale, ed irriverente che ha rivoluzionato materia e forma della scultura.Un’inedita selezione di opere … Michelangelo realizzò questo ciclo di affreschi dal 1508 al 1512 su incarico del papa Giulio II. Grande impegno veniva inoltre profuso nel completamento del pavimento istoriato[46]. Nel 1574 verrà ampliata anche la fortezza borbonica a Civitella del Tronto, dotata di un Palazzo del Governatore, di un'armeria e di una cappella cristiana.Nell'hinterland teramano altre strutture religiose minori di interesse romanico, che furono costruite o restaurate in stile rinascimentale, sono la chiesa di Sant'Andrea a Castelbasso, di ispirazione tardogotica, la chiesa di San Giovanni a Castelnuovo di Campli e la chiesa di Santa Maria del Soccorso a Tortoreto Alto. L'ambiente fiorentino apprezzò in maniera non unanime le novità e per tutti gli anni venti ebbero largo successo artisti legati alla vecchia scuola come Lorenzo Monaco e Gentile da Fabriano[12]. L'unica città fondata ex novo di tutto il Rinascimento fu Pienza, realizzata da Bernardo Rossellino, su commissione di Pio II. Quest'opera, col suo stile grandioso e monumentale, fatto di gesti eloquenti di un uso del colore che trasmette un'energia senza precedenti, lasciò in un primo momento tutta la città stupefatta, aprendo poi le porte all'artista delle più prestigiosi commissioni europee.