I predicati di quelli esistenti prima del 28 ottobre 1922, valgono come parte del nome. ° con un cerchietto sono contraddistinte le famiglie che hanno avuto un provvedimento di grazia di S.M il Re Umberto II, non trascritto presso la Consulta Araldica, od un atto sovrano dei Sommi Pontefici (successivo al 1870) o della Repubblica di S. Marino (successivo al 1861), per i quali non sia intervenuta prima del 1946 l’autorizzazione all’uso in Italia, od un provvedimento di giustizia del Corpo della Nobiltà Italiana, o la cui nobiltà sia stata riconosciuta dal Sovrano Militare Ordine di Malta per la ricezione con prove nelle categorie di cavalieri che richiedono prove nobiliari; * con un asterisco le famiglie che avendo ottenuto dal Regno d’Italia, fra il 1861 ed il 1946, un provvedimento di giustizia o di grazia, erano registrate nel “Libro d’Oro” della Consulta Araldica del Regno, ora depositato presso l’Archivio Centrale dello Stato, senza alcun contrassegno, le famiglie le quali, pur non avendo avuto a loro favore alcun atto formale fra il 1861 ed il 1946, erano inserite negli Elenchi Ufficiali Nobiliari del 1921 e dei 1933 e nel supplemento 1934-36. Sede operativa via Crescenzio 103, 00193 Roma In tale quadro normativo si inserisce l’attività svolta dall’Accademia Araldica Nobiliare Italiana di tenuta del Registro della Nobiltà Italiana e del Registro degli Stemmi Gentilizi. In tale quadro normativo si inserisce l’attività svolta dall’, Posto che, come scritto in precedenza, sotto l’impero dell’attuale Costituzione nessun organo statale — sia amministrativo, sia giudiziario — potrà ulteriormente attribuire ufficialmente titoli nobiliari, né gli aventi diritto avranno la facoltà di esperire un’azione giudiziaria diretta, in via principale, ad ottenere una sentenza “accertativa” della spettanza di un titolo nobiliare, pare opportuna la creazione di un, , con il compito di censire le famiglie nobili italiane comprendendovi non solo quelle. 437-439. Famiglie nobili delle province napolitane (o con titoli napolitani) riconosciute dal Regno d'Italia, inserite nell'Elenco Ufficiale Nobiliare Italiano (1922, 1933, 1936) e nell'Elenco storico del Sovrano Militare Ordine di Malta del 1960, riconosciute dal Corpo della Nobiltà Italiana (C.N.I.) GIOVANNA ARCANGELI, “Tracce per una storia delle carte della Consulta Araldica”, in, Alle radici dell’identità nazionale Prosopografie storiche italiane Libro d’oro della nobiltà italiana (I-II), sotto la direzione di Errico Cuozzo e Guglielmo de’Giovanni-Centelles, Roma: Società Italiana di Scienze Ausiliarie della Storia, 2009, pp. E’ il famoso Libro d’Oro per cui prima tale Ettore Gallelli e poi l’Avvocatura dello Sato hanno richiesto l’applicazione del decreto di urgenza ex art. Il Registro degli Stemmi Gentilizi si propone invece di censire e raccogliere in un Elenco nazionale tutte le famiglie in possesso di uno stemma gentilizio, dato che nell’attuale ordinamento repubblicano non vi è un organo statale deputato alla tenuta di Elenchi araldici. Sono troppi, sono pochi? 16 luglio 1951, in. Elenco delle Nobili e Notabili Famiglie con i loro stemmi Inserite nel Blasonario. 700 c.c. Civ., 13 luglio 1971, n. 2242, in Dir. Dunque pare utile aver istituito anche un Registro degli Stemmi Gentilizi, in modo da dare vita ad un repertorio generale degli stemmi delle famiglie italiane: invero, già durante la monarchia si pensò di creare un Blasonario generale italiano, ma il Decreto 8 luglio 1904 n. 405 con il quale il Re Vittorio Emanuele III ordinò la raccolta degli stemmi delle famiglie italiane, con riproduzione a colori, non ebbe pratica attuazione ed il Blasonario rimase allo stato di progetto. ); ciò con esclusione, tuttavia, della tutelabilità delle corone, degli elmi e degli altri ornamenti dello stemma collegati a distinzioni nobiliari. In seguito gli elenchi regionali aggiornati furono fusi in un unico volume e fu pubblicato (Torino: Bocca, 1922) l’Elenco ufficiale nobiliare italiano approvato con R.D. È ancora necessario precisare il criterio con il quale le famiglie vengono riportate con lo sviluppo dello stato personale o semplicemente con un rimando. e quindi anche gli stemmi”. o con un provvedimento di Re Umberto II d'Italia. Facendo riferimento all’art 79 dello Statuto del Regno (detto Statuto Albertino, promulgato il 4.3.1848 ed esteso, dopo l’Unità, a tutti i territori del Regno d’Italia), con R.D. Ovvero delle Famiglie Nobili e titolate del Napolitano, ascritte ai Sedili di Napoli, al Libro d'Oro Napolitano, appartenenti alle Piazze delle città del Napolitano dichiarate chiuse, all'Elenco Regionale Napolitano o che abbiano avuto un ruolo nelle vicende del Sud Italia. vorrei sapere se qualcuno di voi conosce qualche sito nel cui si fa un elenco delle famiglie nobili italiane. Da questa premessa inevitabilmente discende che l’ordinamento non può contenere norme che impongano ai pubblici poteri di dirimere controversie intorno a pretese alle quali la Costituzione disconosce ogni carattere di giuridicità. Pertanto, come per i titoli nobiliari, in virtù dell’entrata in vigore della Costituzione, nessun organo statale, amministrativo o giudiziario, potrà attribuire ufficialmente uno stemma come elemento identificativo della persona o del casato, né gli aventi diritto avranno la facoltà di esperire un’azione giudiziaria diretta, in via principale, ad ottenere una sentenza accertativa della spettanza di uno stemma. in alternativa ad un sito, se ne conoscete qualcuno, potrebbero essere utili anche documenti o libri. ... ELENCO DELLE FAMIGLIE PER ORDINE ALFABETICO. comprende tutte le numerosissime famiglie nobili e "notabili" italiane, per un totale di circa 48.000 famiglie (fra rami principali, rami minori, etc. Quindi, in modo analogo al cognome, l’ordinamento tutelava l’uso esclusivo del titolo da parte di coloro che appartenevano a quella determinata famiglia nobile: essi avevano il connesso diritto soggettivo di impedire, mediante azione giudiziaria civile, che altri, non appartenenti a quella famiglia, lo usurpassero, ossia abusivamente lo portassero; ciò con l’aggiunta che l’abuso era represso penalmente (sul punto ed in tal senso: MESSINEO. Le più antiche famiglie nobili o titolate, non comparendo né come oggetto di provvedimenti nobiliari di Sovrana Grazia durante il Periodo del Regno d’Italia né come oggetto di Regie Lettere Patenti, trovano il loro posto nei riconoscimenti governativi di giustizia e quindi nell’Elenco Ufficiale del … fisc. In altre parole, la Costituzione ha posto “fuori” dall’ordinamento giuridico italiano i titoli nobiliari: il loro uso è indifferente di fronte allo Stato, il quale, non riconoscendoli, non accorda ad essi la sua protezione. Dunque in totale le famiglie nominate sono 5856, numero che ipotizziamo non si discosti molti dal numero di famiglie nobili in Italia. Sotto tale profilo, se il costituente conservò come diritto della personalità il diritto al predicato nobiliare, non si può sostenere che il medesimo costituente abbia inteso sopprimere il diritto allo stemma, che alla personalità, nel suo aspetto familiare ed individuale, si riconnette in modo ancora maggiore. Pertanto, come ha giustamente ritenuto la Corte di Cassazione (Cass. Lo stemma pertanto deve ritenersi distaccato dalla categoria dei diritti onorifici e classificato, viceversa, come un aspetto del diritto al nome o del diritto all’identità personale. Si consideri, per esempio, che a Venezia esisteva il Libro d’Oro dal 1506; a Genova dal 1528 (liber nobilitatis detto Libro d’Oro); a Roma il Libro d’Oro Capitolino dal 1746; a Modena nel 1815 fu riaperto il Libro d’Oro, già esistente dal 1788; a Lucca il Libro d’Oro fu istituito nel 1628…. In base al censimento ISTAT del 2011 della popolazione italiana la media di componenti per nucleo familiare era di 3 persone; è probabilmente un dato che a noi non serve, perché nel Libro d’Oro non sono riportati in modo autonomo i singoli nuclei familiari, ma, per così dire, tutto un ceppo composto di diverse famiglie. 236 - 241 - 248 - 260 - 230 - 245, Napoli, De Angelis, 1875-1882 (ponderosa non meno che scrupolosa miniera di informazioni sulle famiglie dell'Italia del Sud). [all’inizio del Novecento] prese corpo un’iniziativa destinata a sopravvivere sino ai giorni nostri: si trattava del Libro d’oro della nobiltà italiana, che con una nuova ambizione di respiro nazionale comparve per la prima volta nel 1910 (fino ad oggi ne sono comparse 20 edizioni ed è in preparazione la ventunesima), raccogliendo con sistematicità e con obiettivi di progressiva completezza cenni storici e genealogici delle famiglie nobili italiane e notizie sui loro membri viventi […]. Svestito del suo contenuto nobiliare, il diritto allo stemma non contrasta con la Costituzione e deve, quindi, ritenersi conservato con la conseguenza della sua tutelabilità giudiziale (MISTRUZZI DI FRISINGA, Trattato … cit., pp. 2.7.1896 n. 313 cui seguì il regolamento d’esecuzione (R.D. Elenco alfabetico delle famiglie. Fornì ristampò l’elenco definitivo della Lombardia; 3T della Sardegna. It., 1952, II, p. 51), la Costituzione non pone alcun divieto all’uso pubblico o privato dei titoli nobiliari da parte di chi ne sia investito; il “non riconoscimento” vale come divieto solo nei confronti dei pubblici ufficiali, i quali hanno il dovere di omettere ogni indicazione del titolo nobiliare negli atti da essi formati. Continuò invece a funzionare l’Ufficio araldico. Svestito del suo contenuto nobiliare, il diritto allo stemma non contrasta con la Costituzione e deve, quindi, ritenersi conservato con la conseguenza della sua tutelabilità giudiziale (MISTRUZZI DI FRISINGA. Aldo Pezzana, presidente onorario del Consiglio di Stato, a questo proposito puntualizzava: […] in pratica dopo il 25 luglio [1943] la Consulta Araldica smise di funzionare. Questa pubblicazione comprendeva anche le famiglie iscritte solo genericamente nell’Elenco ufficiale nobiliare italiano del 1921 (distinte da una piccola losanga), conteneva lo stato personale (aggiornato quando fu possibile), contrassegnava le famiglie registrate nel Libro d’oro con l’asterisco e con la riproduzione degli stemmi a colori. 2 dell’ultimo decreto citato, dovevano chiedere l’iscrizione nel Libro d’oro nel termine di tre anni (poi prorogato di altri due), presentando la documentazione e pagando le tasse previste. Esclusa la protezione penale, la tutela giuridica del diritto allo stemma può attuarsi sul piano civilistico, nelle stesse forme della tutela del diritto al nome e degli altri diritti della personalità. Per intenderci, vediamo un esempio (si scusi la pessima riproduzione, ma non ce la sentivamo di squinternare un libro…): dei Codebò si dice solo Patr. Un nuovo ordinamento della Consulta Araldica fu approvato con R.D. Ar., 1962, p. 92) che “la norma (costituzionale) che disconosce i titoli nobiliari comprende necessariamente tutti gli «attributi nobiliari» e quindi anche gli stemmi”. degli stemmi delle famiglie italiane che si fregiano di uno stemma gentilizio. Con riferimento al diritto allo stemma, è stato rilevato (CANSACCHI, Lo stemma araldico come marchio di fabbrica, in, 1962, p. 92) che “la norma (costituzionale) che disconosce i titoli nobiliari comprende necessariamente tutti gli. 90-108. A questo proposito è opportuno fare subito una distinzione tra le famiglie riportate per intero (ossia con lo sviluppo degli stati personali contenenti le indicazioni di quando le persone siano nate, matrimoni, ecc.) Inoltre, nessun soggetto – sebbene legittimamente investito di un titolo nobiliare – potrà esigere (non solo negli atti pubblici ma anche in quelli privati, nelle pubblicazioni e nella vita di relazione) di vedersi attribuito il titolo nobiliare a lui spettante. Inoltre, dato che lo stemma è ancora oggi il principale segno distintivo della persona, l’inserimento dello stemma familiare (sia appartenente a famiglie nobili, sia appartenente a famiglie non nobili) in. (…) Tale irrilevanza giuridica del titoli nobiliari impedisce, dunque, che essi possano essere giudizialmente accertati”. L’Accademia Araldica Nobiliare Italiana ha tra i propri compiti, oltre a quello di pubblicare la Rivista Nobiliare, quello di tenere il Registro della Nobiltà Italiana ed il Registro degli Stemmi Gentilizi. Riteniamo comunque che un campione di 2000 famiglie sia significativo e che ci permetta di esporre qui di seguito diverse considerazioni. Sottocategorie. Ciò che segue è un elenco tratto dagli armoriali delle famiglie italiane divise in base alle lettere iniziali del cognome. Caetani , Principi di Teano, Duchi, Duchi di Sermoneta, Duchi di San Marco, Marchesi di Cisterna, Signori di Bassiano, Signori di Ninfa, Signori di San Donato, Nobili di Velletri, Nobili Romani, Coscritti, Patrizi Napoletani, Don e Donna. ); questa sezione comprende 1.683 famiglie. Famiglie Nobili delle Province Napolitane . Dizionario storico-blasonico delle famiglie nobili e notabili italiane, estinte e fiorenti by Crollalanza, G. B. di (Giovanni Battista di), 1819-1892. Si consideri che il Consiglio di Stato con decisione dell’11 dicembre 1925 stabilì che il provvedimento di iscrizione al Libro d’oro non aveva in sé valore di una dichiarazione giuridica sulla esistenza e pertinenza del diritto alle distinzioni nobiliari di cui era domandata l’iscrizione, ma era un atto amministrativo, che seguiva alle dichiarazioni delle autorità competenti. Ancora, come scritto dalla Corte Costituzionale nella fondamentale sentenza del 1967 (Corte Costituz., 8 luglio 1967, n. 101, in Giur. pp. In altre parole, la XIV disposizione, in quanto diretta esclusivamente contro i titoli nobiliari (lo stesso diritto al predicato non viene travolto), non incide in alcun modo sul diritto allo stemma, ciò anche sul rilievo che “il diritto allo stemma, né dal punto di vista storico né da quello del nostro ordinamento giuridico è necessariamente connesso al diritto ad un titolo nobiliare: infatti, se tutti gli investiti di un titolo hanno diritto allo stemma, quest’ultimo può spettare anche a soggetti sforniti di titoli nobiliari”. ); ciò con esclusione, tuttavia, della tutelabilità delle corone, degli elmi e degli altri ornamenti dello stemma collegati a distinzioni nobiliari. Per avere un esempio del contenuto di questa serie archivistica manoscritta, si può confrontare il libro Alle radici dell’identità nazionale Prosopografie storiche italiane Libro d’oro della nobiltà italiana (I-II) pubblicato nel 2009 dove sono stampati in fac-simile i primi due volumi. Salta agli occhi, dal seguente grafico, come in realtà le famiglie riportate per intero nel Libro d’Oro siano circa la metà di quelle con il rimando. Si è scritto inoltre che, come per i titoli nobiliari, in virtù dell’entrata in vigore della Costituzione, nessun organo statale, amministrativo o giudiziario, potrà attribuire ufficialmente uno stemma come elemento identificativo della persona o del casato, né gli aventi diritto avranno la facoltà di esperire un’azione giudiziaria diretta, in via principale, ad ottenere una sentenza accertativa della spettanza di uno stemma. 11) la compilazione di registri nei quali dovevano essere trascritte le nuove concessioni, i riconoscimenti ed i vecchi minutari esistenti presso la Consulta Araldica stessa. Vennero dalla Mestrina, erano di buona condizione, molto amatori della loro patria, ma poco delle persone, erano lavoratori di panni di seta e … In seguito fu approvato con R.D. F. A. MAGNI, “Libro d’oro della nobiltà italiana”, cit., p. 101, n.10: furono mantenuti anche i Registri dei Decreti Reali, Ministeriali ed introdotto un terzo registro per gli atti sovrani riguardanti materie araldico-nobiliari. CARMELO ARNONE, Diritto nobiliare Italiano storia ed ordinamento, Milano: Hoepli, 1935, p. 333. Civ. Anzi esso può essere definito come il principale segno figurativo della persona diretto ad individuare la persona medesima fornendo di essa un emblema visivo: un emblema che fornisce un elemento idoneo a costituire un abituale mezzo di riferimento e richiamo della persona stessa (si veda: DE CUPIS, I diritti della personalità, in Trattato di diritto civile e commerciale, diretto da Cicu e Messineo, Milano, Giuffrè, 1982, p. 579). Quale moltiplicatore ipotizzare per poter indicare il numero di persone nobili? È opportuno però sottolineare che il Collegio Araldico, editore o almeno curatore del Libro d’Oro dal suo nascere, ha censito con gli stati personali, nel tempo, più o meno 5.000 famiglie, offrendo quindi agli studiosi un fondamentale supporto per approfonditi studi genealogici. L' iscrizione al Libro d'Oro delle Famiglie Nobili e Notabili, opera ormai giunta alla IV edizione, oltre ad essere il logico completamento di ricerche storiche e genealogiche, è lo specchio della storia di ciascuna di esse. contiene una categoria sull'argomento ; Questa categoria comprende famiglie o dinastie (non necessariamente nobili) con interesse storico. ALDO PEZZANA, “Storia della Consulta Araldica”, in, Alle radici dell’identità nazionale, cit. I così detti Libri d’oro che sono in vendita sono compilazioni di privati, che non hanno valore legale. del 10 ottobre 1869 n. 5318 fu istituita la Consulta Araldica “ per dar parere al Governo in materia di titoli gentilizi, stemmi ed altre pubbliche onoreficenze…”, e tenere un registro dei titoli gentilizi. Esso era un ulteriore segno distintivo della persona; interessava il diritto privato perché indicava l’appartenenza della persona alla nobiltà, ossia l’appartenenza ad una famiglia che aveva ottenuto un titolo nobiliare per speciali benemerenze riconosciute mediante un atto sovrano. 75 e segg. Questa famiglia fu molto nota nel corso del XVI secolo per le brillanti carriere dei suoi membri nel settore del diritto e … Ciò che segue è un elenco tratto dagli armoriali delle famiglie italiane divise in base alle lettere iniziali del cognome. , Il diritto allo stemma e la IVX disposizione finale della Costituzione. GIAN CARLO JOCTEAU, Nobili e nobiltà nell’Italia unita, Roma-Bari: Laterza, 1997, p.152. Codice nobiliare araldico, a cura di Giustiniano Degli Azzi, Giovanni Cecchini, Firenze: Alfani e Venturi, 1928, pp. Inoltre, nessun soggetto – sebbene legittimamente investito di un titolo nobiliare – potrà esigere (non solo negli atti pubblici ma anche in quelli privati, nelle pubblicazioni e nella vita di relazione) di vedersi attribuito il titolo nobiliare a lui spettante. Pregevole è però per la copia e la esattezza delle notizie il Libro d’Oro della Nobiltà Italiana pubblicato periodicamente fin dal 1910 per cura del Collegio Araldico Romano”. 68, l’istituzione del Libro d’oro della nobiltà italiana, registro manoscritto nel quale dovevano essere iscritte le famiglie che avevano ottenuto la concessione, rinnovazione o riconoscimento di titoli di nobiltà; agli artt. Elenco di famiglie nobili inglesi. Libro d’Oro è infatti un termine generico, diffuso in tutta Italia, che definisce un registro nel quale erano annotate le famiglie nobili; infatti esistevano elenchi dei nobili di numerose città e stati dell’Italia preunitaria chiamati: Libro d’Oro, Libro della Patrizia Nobiltà, Libro della Nobiltà, Libro della Cittadinanza Nobile o del Patriziato. Quindi, in modo analogo al cognome, l’ordinamento tutelava l’uso esclusivo del titolo da parte di coloro che appartenevano a quella determinata famiglia nobile: essi avevano il connesso diritto soggettivo di impedire, mediante azione giudiziaria civile, che altri, non appartenenti a quella famiglia, lo usurpassero, ossia abusivamente lo portassero; ciò con l’aggiunta che l’abuso era represso penalmente (sul punto ed in tal senso: MESSINEO, Trattato di diritto civile e commerciale, Milano, 1947, p. 391). Fu una delle dodici famiglie cosiddette “apostoliche” che elessero il primo doge, annovera questa progenie ben otto dogi. , vengono fatti rientrare – per pacifico e consolidato convincimento della dottrina araldica — nel campo degli attributi nobiliari” (CANSACCHI. Infatti, “non potrebbe logicamente ipotizzarsi un disconoscimento dei titoli nobiliari ed un riconoscimento, tuttora mantenuto, degli stemmi nobiliari che di tali titoli e della distinzione nobiliare della famiglia costituiscono la rappresentazione emblematica”. Per un esempio dei Libri d’Oro preunitari, vedi: ILDEBRANDO COCCIA URBANI, “I Libri d’Oro di Toscana-Genealogie dei Libri d’Oro di Toscana”, in, Rivista del Collegio Araldico, anno LXVII, Roma: Collegio Araldico, 1969, pp. finora ho trovato solo siti nei quali era necessario pagare per poter ricevere il classico attestato falso che può ricevere anche chi non ha origini nobili. Infatti, in virtù del disconoscimento: “, nell’oggetto del diritto all’identità personale inteso come diritto di ciascun individuo ad essere riconosciuto nella realtà, a lui peculiare, di attributi, qualità caratteri, azioni, che o contraddistinguono rispetto ad ogni altro individuo, ” (Cass. Sotto tale profilo, se il costituente conservò come diritto della personalità il diritto al predicato nobiliare, non si può sostenere che il medesimo costituente abbia inteso sopprimere il diritto allo stemma, che alla personalità, nel suo aspetto familiare ed individuale, si riconnette in modo ancora maggiore. Conseguentemente, sotto l’impero dell’attuale Costituzione nessun organo statale — sia amministrativo, sia giudiziario — potrà ulteriormente attribuire ufficialmente titoli nobiliari, nè gli aventi diritto avranno la facoltà di esperire un’azione giudiziaria diretta, in via principale, ad ottenere una sentenza “accertativa” della spettanza di un titolo nobiliare. In questa volume le famiglie iscritte nel Libro d’oro della Consulta Araldica erano contrassegnate con un asterisco; le altre famiglie presenti (senza asterisco), in forza dell’art. Ancora: i Coffari sono presenti con i loro stati personali nel volume XXV a pag. Dichiarata l’Unità d’Italia (anche se sarà completata con la presa di Roma del 1870), sorse la necessità di istituire un organo consultivo che si occupasse della materia nobiliare, data la pluralità di ordinamenti nobiliari, le specificità e diversità fra essi. «Nobili veneti» Indice manoscritto 1870 «Elenco delle famiglie insignite di titoli araldici della Repubblica veneta per conferma o per nuova concessione»: indice alfabetico per comune e, all'interno del comune, per cognome. Elenco famigle nobiliari europee Raccolta di stemmi delle famiglie patrizie di Venezia. Costantiniano di San Giorgio per la ricezione con prove nelle categorie di cavalieri che richiedono prove nobiliari.“ Sono pubblicate 47 famiglie con gli stati personali, rappresentando quindi, sulle 1997 della prima parte, il 2,35 %. Le famiglie senza nessun contrassegno sono 103 (22%), quelli con il cerchietto 123 (26%) e quelli con asterisco 249 (52%).I 119 Patrizi sono 42 senza nulla (35%), 8 con il cerchietto (7%) e 69 con l’asterisco (58%).I 208 Baroni sono 25 senza nulla (12%), 37 con il cerchietto (18%) e 146 con l’asterisco (70%).I 664 Conti sono 111 senza nulla (17%), 68 con il cerchietto (10%) e 485 con l’asterisco (73%).I 351 Marchesi sono 42 senza nulla (12%), 19 con il cerchietto (5%) e 290 con l’asterisco (83%).I 72 Duchi sono 15 senza nulla (21%), 6 con il cerchietto (8%) e 290 con l’asterisco (51%).Infine i 108 Principi sono 17 senza nulla (16%), 3 con il cerchietto (3%) e 88 con l’asterisco (81%). La nobiltà polacca è nettamente diversa dalle altre nobiltà europee del XVIII secolo.