Lo studio recente, rigoroso e dettagliato di Luciano Bellosi[1], ha permesso di stabilire come il crocifisso sia da ricondurre alla fase giovanile del pittore, sia da considerare la primissima opera tra quelle sopravvissute ed attribuite oggi a Cimabue e databile quindi attorno al 1270. Il Crocifisso della chiesa di San Domenico ad Arezzo, databile al 1265, è il suo primo lavoro pervenutoci. Santa Croce Di conseguenza, la resa è più naturalistica ed espressiva. La notevole somiglianza di questo Crocifisso con quello bolognese di Giunta Pisano si comprende con una probabile esplicita richiesta dei monaci domenicani aretini, essendo la croce di Giunta Pisano collocata nella chiesa principale dell'Ordine, la Basilica di San Domenico a Bologna. Cimabue infatti arcuò ancora maggiormente il corpo di Cristo, che ormai deborda occupando tutta la fascia alla sinistra della croce. I peli della barba, riuniti in tante ciocchettine sottili in Giunta, sono qui così fini da essere dipinti singolarmente e fondersi con le linee dei chiaroscuri degli zigomi. Nel 1272, fu chiamato a Roma per testimoniare in una controversia relativa all'ordine femminile di San Damiano, che in quell'occasione venne assoggettato alla regola di San Agostino. The majority of the exhibition’s 80 photographs, taken by Ivo Bazzechi, date from the dramatic days following the flood. Crocifisso di San Domenico ad Arezzo La chiesa di San Domenico è uno dei più rinomati edifici sacri di Arezzo per la presenza, al suo interno del Crocifisso ligneo dipinto da Cimabue, considerato uno dei capolavori della pittura del Duecento, databile attorno al 1268-1270. Il corpo è diviso in aree circoscritte e ben distinte, quasi come i pezzi di un'armatura scomponibile. Nelle zone di contatto tra zone diverse, per esempio al confine tra i muscoli pettorali e il costato, si passa improvvisamente da un'alta ad una bassa frequenza di righe sottili, mentre all'interno della stessa area, per esempio entro il muscolo pettorale, si ha un gradiente, un passaggio graduale che crea una modulazione chiaroscurale ben precisa e autonoma. Interpretazioni E Simbologia Del Crocifisso Di Santa Maria Novella Di Giotto Nel tondo in alto è raffigurato il Cristo benedicente, opera di corredo probabilmente di un aiuto di bottega. Poche altre notizie sulla sua vita risultano da atti pubblici. La Toscana, si sa, è una terra feconda di numerosi ingegni ed è custode di altrettanti tesori artistici. con le lumeggiature in oro. Morì, probabilmente, tra il novembre del 1301 e il marzo del 1302. Già con la Crocifissione della chiesa di San Domenico di Arezzo, databile attorno al 1270, segnò un distacco dalla maniera bizantina.. Palazzo Pitti Vasari Corridor, Camposanto Monumentale Il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo (336x267 cm) è una croce sagomata e dipinta a tempera e oro su tavola di Cimabue, databile attorno al 1268-1271 circa e conservata nella chiesa di San Domenico di Arezzo. (1240 ca - 1301/1302) "Fu mandato, acciò si esercitasse nelle lettere, in S. Maria Novella a un maestro suo parente (.) Il primo è il Crocifisso di San Domenico, realizzato ad Arezzo intorno al 1270: un dipinto di livello eccelso, dove i moduli bizantini sono rinvigoriti da una vitalità inedita, perché affrontati con spirito nuovo e con sentimenti intensi. In questa opera Cimabue si orientò verso le recenti rappresentazioni della crocifissione con il Christus patiens, dipinte negli anni precedenti da Giunta Pisano e dal Maestro di San Francesco, ma aggiornò l'iconografia arcuando ancora maggiormente il corpo di Cristo, che ormai debordava occupando tutta la fascia alla sinistra della croce. Lo schema iconografico è quello del Christus Patiense il ricordo delle croci di Giunta Pisano è senza dubbio molto forte; ma il Cristo di Cimabue è davvero grandioso, le sue forme sono più statuarie e danno una maggiore impressione di rilievo. Piazze in Firenze La croce riporta l'iconografia del Christus patiens, cioè un Cristo morente sulla croce, con gli occhi chiusi, la testa appoggiata sulla spalla e il corpo inarcato a sinistra. Nel Duomo di Cavarzere c'è un Crocifisso dalla storia miracolosa: le cronache del tempo ci raccontano infatti che la statua di Gesù piegò la testa. Il corpo di Cristo, il tipo di panneggio e la decorazione della croce derivano da Giunta e la croce aretina potrebbe apparire come una semplice imitazione se non fosse per la particolare flessione, che si sforza di trovare un equilibrio fra realismo e intellettualismo, con effetto più dinamico ed espressivo, ma anche di geometrica purezza. Galleria dell'Accademia Pur essendo assegnata a Cimabue dalle fonti più antiche, quest’opera ha suscitato talvolta dubbi circa la sua attribuzione…, attualmente la critica è propensa, quasi unanimemente, a riconoscervi la mano del grande Maestro. Churches, cathedrals, basilicas and monasteries of Florence, The Kunsthistorisches Institut in Florence | L'alluvione del 4 novembre 1966 |. Il Crocifisso della basilica di San Domenico di Bologna è l'opera più famosa di Giunta Pisano ed un'opera chiave della pittura duecentesca italiana. Chiesa di San Domenico Indiscutibile è la derivazione dalle croci di Giunta Pisano che ha già definito la nuova impostazione compositiva del Christus pathiens, cioè una visione drammatica del Cristo Prima opera attribuita al maestro, vi si legge un distacco dalla maniera bizantina all'insegna di un maggior espressionismo. Un'altra novità rispetto al modello fu l'uso delle striature d'oro nel panneggio che copre il corpo di Cristo o nelle vesti dei due dolenti ("agemina"), un motivo introdotto da artisti come Coppo di Marcovaldo e derivato dalle icone bizantine. "Crocifisso" è un dipinto autografo di Cimabue, realizzato con tecnica a tempera su tavola nel 1268-71, misura 336 x 267 cm. Cimabue ad Arezzo, Il Crocifisso Restaurato: L’opera documenta il restauro del crocifisso della chiesa di San Domenico ad Arezzo, dipinto da Cimabue (la prima opera da lui eseguita, prima del viaggio a Roma del 1272) e recentemente restituito alla sua collocazione dopo un intenso intervento di restauro. Il torace è segnato da una muscolatura tripartita, le mani appiattite sulla croce e i sontuosamente preziosi, sia per l'uso dell'oro che dello squillante rosso. San Lorenzo Contesto storico e geografico. Santa Maria della Pieve La Croce fu semidistrutta durante l'alluvione di Firenze del 1966: le… La smorfia di dolore è più realistica, in ossequio alle richieste degli ordini mendicanti. Santissima Annunziata Il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo è stato dipinto da Cimabue e risale al 1270 ca. Una prima sezione mostra i danni e le distruzioni di opere d'arte. Sui volti di tutte le figure sono presenti una cavità profonda a forma di cuneo, nel punto in cui il sopracciglio incontra la base del naso e sopra il labbro superiore della Vergine è presente una striscia bianca che produce l'effetto di uno sdoppiamento. La superficie pittorica è liscia le pennellate sono sfumate rispetto ai segni grafici che compaiono nel Crocifisso di San Domenico. Bargello Museum È lavoro maturo (1395-1400) di Spinello Aretino l'affresco con i Santi Filippo e Giacomo Minore e storie della loro vita e di Santa Caterina. In basso reca fa firma " CVIVS DOCTA MANVS ME PINXIT IVNTA PISANVS ". Nel crocifisso di San Domenico Cimabue veicola ancora tecniche bizantine, particolarmente evidenti nella ricchezza del colore, nella severità dell’immagine, e nella calcata linea di contorno. Questi tratti bizantineggianti, che Cimabue ha ereditato dal maestro o artista ispiratore Giunta Pisano, sono ancora presenti nel Crocifisso di Santa Croce, ma scompariranno nelle opere successive. La croce sagomata e dipinta sarebbe stata eseguita dopo il viaggio a Roma (1272) dell'artista e segna un nuovo traguardo rispetto al precedente «Crocifisso di San Domenico» di Arezzo. Sono poche le notizie certe sulla vita di Cenni di Pepo, detto Cimabue. E’ la prima opera, che gli storici attribuiscano a Cimabue, databile attorno al 1268-1271 circa e conservata presso la chiesa di San Domenico di Arezzo. Questa pagina è stata modificata per l'ultima volta l'8 ott 2020 alle 18:03. Il torace è segnato da una muscolatura tripartita, le mani appiattite sulla croce e i colori preziosi, sia per l'uso dell'oro che del rosso. San Marco Cenni di Pepe, known as Cimabue (c. 1240 – c. 1302) Cimabue, pseudonimo di Cenni di Pepo (Firenze, 1240 circa – Pisa, 1302), è … Chiesa Collegiata (Duomo). La mostra del Kunsthistorisches Institut documenta le immediate conseguenze dell'alluvione sulla città e sui suoi tesori artistici. Il Crocifisso di Santa Croce a Firenze rappresenta una evoluzione del Crocifisso di San Domenico ad Arezzo. Loggia del Bigallo (Museo del Bigallo) Già con la Crocifissione della chiesa di San Domenico di Arezzo, databile attorno al 1270, segnò un distacco dalla maniera bizantina. Il Crocifisso della basilica di San Domenico di Bologna è l'opera più famosa di Giunta Pisano ed un'opera chiave della pittura duecentesca italiana. Chiesa di Ognissanti Anche il volto e la capigliatura non sono risparmiati da questo pittoricismo esasperato. A rivelare una datazione così precoce sono le crisografie bizantine presenti nel perizoma di Cristo e nelle vesti dei due dolenti, motivi che Cimabue non adotterà più nelle opere successive, a partire già dal crocifisso di Santa Croce che è considerata la sua seconda opera, di poco anteriore al 1280. Santa Maria Maddalena dei Pazzi Palazzo Davanzati Il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo (336x267 cm) è una croce sagomata e dipinta a tempera e oro su tavola di Cimabue, databile attorno al 1268-1271 circa e conservata nella chiesa di San Domenico di Arezzo. Di Cimabue si ricorda, sempre, la terzina dantesca che lo lega al discepolo che lo superò in fama e bravura: Giotto. Unico esempio della produzione giovanile di Cimabue è il Crocifisso di San Domenico ad Arezzo, opera di altissima qualità risalente al 1270 ca. Il fotografo Ivo Bazzechi, dal quale proviene una gran parte delle foto qui esposte, ha immortalato le sue impressioni proprio durante l’alluvione.